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Depressione e Mindfulness: in che modo la consapevolezza può mitigare ed aiutare a riconoscere i sintomi cognitivi della depressione, di Margarita Tartakovski

Consapevolezza e depressione

La consapevolezza, o prestare piena attenzione al momento presente, può essere molto utile per migliorare i sintomi cognitivi della depressione.

Questi sintomi sono debilitanti e includono pensiero distorto, difficoltà di concentrazione e di memorizzazione. I sintomi cognitivi possono compromettere tutte le aree della vita di una persona. Ad esempio, una scarsa concentrazione può interferire con il lavoro o i compiti scolastici. Inoltre, i pensieri negativi possono portare a emozioni negative, aggravando così la depressione.

 

Concentrarsi sul qui e ora aiuta le persone a diventare consapevoli dei propri pensieri negativi, aiuta a riconoscerli senza giudizio e a rendersi conto che non sono riflessi esatti della realtà. Secondo William Marchand, professore di psichiatria clinica della “School of Medicine dell’Università dello Utah”, gli interventi di mindfulness forniscono numerosi benefici per i pazienti depressi.

Attraverso la consapevolezza, infatti, le persone iniziano a vedere i loro pensieri come “meno potenti”. I pensieri distorti, come per esempio “Faccio sempre errori” o “Sono una persona orribile”, iniziano ad avere meno peso. Marchand descrive la mindfulness come “guardare noi stessi pensare”. Noi “sperimentiamo” pensieri e altre sensazioni, ma non ne siamo trascinati dietro. Li osserviamo semplicemente “andare e venire”.

 

L’importanza della MBCT

 

La terapia cognitiva basata sulla mindfulness (MBCT) è una terapia di gruppo che combina i principi della consapevolezza con la terapia cognitiva per aiutare a prevenire le ricadute nella depressione. Si basa sulla riduzione dello stress basata sulla consapevolezza (MBSR), un programma sviluppato dal Dr. Jon Kabat-Zinn. L’MBSR include strumenti di consapevolezza, come la meditazione, la scansione del corpo e lo yoga, insieme all’educazione allo stress e l’assertività.

L’MBCT insegna alle persone a distaccarsi da schemi di pensiero distorti e negativi, che possono innescare il ritorno della depressione.

Una recente meta-analisi ha rilevato che l’MBCT è stata altamente efficace nel ridurre le ricadute per la depressione maggiore ed è stata anche utile per le persone che attualmente lottano con la depressione.

 

Ottenere un trattamento professionale per la depressione risulta di vitale importanza, ma ci sono pratiche di consapevolezza complementari che chiunque può provare in autonomia che aiutano ad individuare possibili sintomi associati alla depressione.

Secondo Marchand è possibile praticare la consapevolezza mentre si svolge qualsiasi attività: sia che tu stia mangiando, facendo la doccia o vestendoti, la chiave è concentrarsi sulle proprie sensazioni fisiche, ovvero su “vista, gusto, tatto e olfatto” nel momento presente, invece che pensando al passato o al futuro.

 

Marchand suggerisce di applicare la consapevolezza ad un’attività ogni giorno

 

Un’altra opzione utile è fare una passeggiata in modo consapevole, poiché include l’esercizio e la pratica che è “una componente importante della guarigione”.

 

In conclusione, la mindfulness è una pratica preziosa per migliorare i sintomi cognitivi della depressione, come il pensiero distorto e la distraibilità. Aiuta le persone a riconoscere questi sintomi, a rendersi conto che i pensieri non sono fatti e a riportare la loro attenzione sul presente.

 

Insegnare La Mindfulness: Le Nuove Evidenze

A cura di Istituto Mente Corpo

Nel panorama della Mindfulness emerge chiaramente una sfida: se da un lato l’offerta di corsi cresce rapidamente, mentre la qualità di chi conduce le pratiche non riesce sempre a mantenere lo stesso ritmo. 

Per affrontare questo problema, nel tempo sono state elaborate linee guida internazionali (Kenny et al. 2020, Grifth et al. 2021) per assicurare programmi di formazione di alta qualità.

Tali linee guida includono:

  • un numero minimo di ore di formazione;
  • ritiri silenziosi regolari e obbligatori;
  • insegnamenti supervisionati;
  • sviluppo professionale continuo;
  • supervisione costante o mentorship.

1. Il primo studio sul tema 

La letteratura pregressa evidenzia l’importanza che l’insegnante incarni personalmente le qualità chiave della mindfulness (cosiddetto “Embodiment”) per garantire una trasmissione efficace e risultati positivi nei partecipanti (Khoury et al. 2017).

Gli insegnanti efficaci di mindfulness devono dunque possedere concretamente le qualità che intendono sviluppare nei loro studenti.

Un recente studio italiano (Matiz et al 2025) ha analizzato l’impatto del Corso per Istruttori di Mindfulness (CIM), organizzato dalla Scuola di Psicologia Cognitiva in collaborazione con l’Istituto Mente e Corpo e Federmindfulness, che si svolge annualmente presso l’Eremo di Monte Giove.

Il corso ha una durata di 9 mesi e prevede quattro ritiri residenziali di tre giorni ciascuno.

Ogni ritiro prevede almeno:

  • 16 ore di meditazione;
  • 5 ore di lezioni teoriche;
  • 4 ore di pratica supervisionata.

Lo studio, intitolato “Training for Mindfulness Teachers: Benefits for Mindfulness, Well-being, and Emotion Regulation” e pubblicato sulla rivista internazionale “Mindfulness”, è la prima analisi scientifica esistente degli effetti di un programma intensivo di formazione per insegnanti di mindfulness.

La metodologia dello studio ha previsto la somministrazione di questionari psicometrici:

  • A due gruppi simili per caratteristiche generali e punteggi comparabili nei test di personalità: un gruppo di trattamento (87 partecipanti al CIM) e un gruppo di controllo (63 persone non partecipanti);
  • In tre momenti diversi: all’inizio del percorso (T0), a metà percorso (T1) e a fine percorso (T2).

2. Oggetto di analisi e risultati

2.1 Abilità di Mindfulness

  • Questionario utilizzato: versione breve italiana del “Five Facet Mindfulness” (Bohlmeijer et al. 2011) che misura la consapevolezza e la presenza mentale attraverso cinque aspetti chiave, aiutando a comprendere quanto una persona sia attenta e non giudicante nel momento presente;
  • Risultati: i partecipanti al gruppo CIM hanno mostrato miglioramenti significativi rispetto al gruppo di controllo, specialmente negli aspetti di Osservare, Descrivere, Non reagire e Agire con consapevolezza.
  • Significato: questi miglioramenti confermano l’importanza di coltivare specifiche capacità di mindfulness nei programmi formativi.

2.2 Regolazione delle Emozioni

  • Questionario utilizzato: versione breve italiana dell'”Heidelberg Form for Emotion Regulation Strategies” (Izadpanah et al. 2019), che valuta come le persone gestiscono le proprie emozioni, identificando strategie utili (come l’accettazione) e meno utili (come la ruminazione);
  • Risultati: significativa diminuzione della ruminazione nel gruppo CIM rispetto al controllo;
  • Significato: questo risultato evidenzia il ruolo della mindfulness nel ridurre pensieri negativi e autocritici, sottolineando che gli istruttori devono sperimentare personalmente questi benefici durante la formazione per trasmetterli efficacemente.

2.3 Benessere Psicologico

  • Questionario utilizzato: versione italiana del “Psychological Well-being” (Ryff 1989) che, come abbiamo già spiegato in un altro articolo, misura il benessere psicologico attraverso sei dimensioni fondamentali per valutare quanto una persona si senta realizzata e in armonia con sé stessa;
  • Risultati: contrariamente al gruppo di controllo, il gruppo CIM ha mostrato miglioramenti significativi nel tempo in due dimensioni specifiche del Benessere: “Crescita personale” (ossia la percezione di un continuo sviluppo e miglioramento di sé) e “Scopo nella vita” (ossia la percezione di possedere obiettivi e di avere una direzione che dia senso alla propria vita);
  • Significato: come notano gli autori dello studio, “questo risultato è in linea con la letteratura esistente che collega la pratica della mindfulness a un miglioramento del benessere psicologico” (Khoury et al. 2015, Medina et al. 2017, Wai Chu e Mak 2019, Querstret et al. 2020).

3. Conclusioni

I risultati di questo studio confermano che l’embodiment, ossia la capacità degli insegnanti di mindfulness di incarnare personalmente le qualità della pratica – osservazione, descrizione, non giudizio e azione consapevole – è strettamente legato al loro benessere psicologico.

In altre parole:

  • L’embodiment non è soltanto un requisito tecnico, ma nasce e si alimenta da un processo interiore di crescita e di scoperta del senso della propria vita;
  • Questo suggerisce che i programmi di formazione per insegnanti dovrebbero integrare, in modo esplicito e sistematico, strategie per coltivare il benessere psicologico degli istruttori, poiché esso costituisce la radice stessa dell’efficacia pedagogica e della trasmissione autentica della mindfulness.

 


4. Bibliografia

Istituto Mente e Corpo

https://istitutomentecorpo.org/blog/item/148-insegnare-la-mindfulness-le-nuove-evidenze